“E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare”: sono queste le parole di Bertol Brecht che accolgono i visitatori del Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi, invitando tutti ad una riflessione sull’importanza della testimonianza e dell’azione pratica.
I ragazzi e le ragazze delle nostre terze medie si sono recati a Carpi e a Fossoli per osservare con i loro occhi i luoghi delle deportazioni nazifasciste in Italia. La visita è iniziata al Capo di Fossoli, in cui le guide hanno spiegato le varie fasi che hanno caratterizzato questo luogo, di cui Primo Levi racconta nel suo romanzo Se questo è un uomo.
Successivamente, le classi si sono spostate a Carpi, al Museo dedicato ai deportati e prigionieri politici e razziali. Tramite un viaggio simbolico attraverso opere d’arte, simboli, citazioni alle pareti e testimonianze dei sopravvissuti, i ragazzi hanno approfondito un capitolo di storia che coinvolge non sono l’Italia, ma il mondo intero.
La visita è terminata nella Sala dei nomi del Museo, dove alle pareti sono raccolti oltre 14mila nomi di prigionieri politici e razziali deportati nei campi di concentramento nazisti.
“Non ho mai accettato compromessi per quanto riguarda le mie idee” recita una delle 99 frasi graffite alle pareti del Museo, tratte da lettere di condannati a morte: ci auguriamo che, tramite questa esperienza, i ragazzi abbiano compreso a pieno il significato di queste parole e testimonino l’importanza della libertà in ogni sua forma.